Prima che la pittura fosse un oggetto di lusso, prima che altre forme innovatrici di arte la spostassero ad una dimensione di banalità decorativa, appena un paio di secoli fa, la pittura normalmente era oggetto di culto. Culto tanto nel senso di adorazione come di cultura. Come le immagini dei santi, l’ attività pittorica godeva di un’aura sacra. Durante secoli la Chiesa fu la principale promotrice della pittura, e le magnifiche opere d’arte che si conservano in chiese e conventi nel  mondo testimoniano una memoria perenne che la nostra civiltà conserva nella rappresentazione pittorica di quegli uomini e donne spirituali che chiamiamo santi. Rafael Penroz VicencioSebbene posso incolpare i santi di pregiudicare con la loro aura miracolosa l’attività secolare della pittura, devo ringraziarli  per la spiritualità che la pittura può irradiare dalla sua austerità materiale. Non dobbiamo dimenticare mai che una pittura non è che una tela unta di pigmenti, sostenuta da un telaio di legno. Per questo motivo ringrazio la Madre María Luisa de Anda  che mi diede l’opportunità di dipingere Claudina Thèvenet, la fondatrice delle Religiose di Gesù- María, ricordare così che ogni oggetto d’arte non costituisce una mercanzia, e che sarà sempre possibile vedere nelle immagini dipinte, un diritto umano, una dimensione spirituale. Non ho cercato di essere creativo nell’esecuzione di questa pittura. Oggi, quando il papa Francesco apre la chiesa ai poveri, non posso insistere nel equiparare un semplice talento all’azione divina di creare. Semplicemente presi la foto di un ritratto di Claudina, cercai immagini di bambini su internet e, grazie alla tecnologia digitale, unii – nella stessa scenografia – due tempi distanti. Due tempi che si uniscono al presente strutturati dal disegno della facciata di una chiesa gotica nelle cui finestre ogivali si vede lo stemma della Congregazione, architettura che accoglie tanto l’immagine pittorica di Claudina come le immagini digitali dei bambini contemporanei che ella abbraccia. Le immagini hanno un tempo proprio, e al nostro sguardo distratto appaiono come un arresto miracoloso in cui sembra per un istante che il passato ed il presente si scontrino per celebrare la loro  segreta cospirazione che ci spinge ad agire, come avrebbe detto Ignazio di Loyola, con desiderio e determinazione di fronte al futuro.

Rafael Penroz Vicencio

 Merida, Yuc. Messico, 25 Luglio 2013

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